“Mogli e buoi dei paesi tuoi”, ma il fidanzato no (meglio se emiliano-romagnolo)

21:58 Krizia in Travelland 0 Comments



Essendo io sempre stata la bastian contraria della situazione, non ho mai fatto affidamento al buon vecchio saggio consiglio delle anziane di paese. Ogni volta che andavo a trovare i nonni paterni in campagna, le trovavo sempre lì, a lavare i panni a mano nel lavatoio in pietra in cortile, mentre confabulavano fra loro, ovviamente in piemontese.

Ho sempre avuto l'impressione che fossero delle vecchie zitelle inacidite, e quando verso i 16 anni mi ripetevano “mogli e buoi dei paesi tuoi”, non stavo neanche ad ascoltarle, sognando il mio matrimonio in pompa magna a Santa Monica o a Santa Barbara, con un americano doc. Uno di quei fighi assurdi dal sorriso smagliante che i giornali di gossip sbattono in prima pagina per vendere più copie. Come dar loro torto, d'altronde, visto che l'occhio vuole la sua parte.

Per anni sentivo il trio delle lavandare che si improvvisavano psicologhe mancate e regalavano consigli cercando di riuscire a entrare nel mio cervello completamente assorbito dal fidanzato di turno. E per anni ho giocato sul fatto di non capire bene quel dialetto stretto, leggermente diverso da quello del mio paese. Palle. Capivo tutto, e anche fin troppo. Solo non volevo capire. 

Solo alla loro morte, leggendo il manifesto, mi sono resa conto che queste donne la sapevano davvero lunga, perché avevano avuto un marito, diversi figli e una carrellata di nipoti, e che forse, qualcosa di vero, in quello che dicevano ci doveva pur essere. Ma non per me e ora, a distanza di anni, sono contenta di non averle mai ascoltate, e di aver scavalcato i confini regionali (e anche statali e continentali) per innamorarmi. 

E la scelta migliore si è rivelata essere l'emiliano. O romagnolo, o emiliano-romagnolo, fa lo stesso per me. Insomma, si è capito. I motivi?


© Hotel Bellevue Rimini

1- La piadina

Il romagnolo... eh, del romagnolo ho perso la testa, in tutto e per tutto. Ed è un vero e proprio colpo di fulmine a partire dalla prima sera, quando mi ha portato a mangiare la piadina. Dico io, poteva optare per una pizza, invece ha giocato di intelligenza, offrendomi uno dei piatti per eccellenza della Romagna. La piadina, quella vera. Quella che già ovunque la prendi in Italia si rivela essere un orgasmo per il palato, quindi immaginate quella vera. Impossibile non innamorarsene, punto. Anche Aldo, Giovanni e Giacomo la chiamano “il cibo degli Dei”, quindi un motivo ci deve ben essere, no?

2- L'arte del saper mangiare (tanto e bene)

L'emiliano che mi ha conquistata con il (buon) cibo ha guadagnato fin da subito un punto, specie perché non si è mai scandalizzato delle mie abbuffate, ma anzi, chiedeva sempre: “Ne vuoi ancora? Mangi proprio poco”, e ogni volta, mentre prendevo per la terza volta il piatto di pasta, mi perdevo nei suoi occhi. L'uomo emiliano-romagnolo mangia, è fatto di carne, non ha paura di avere una donna con quei 2 o 3 kg in più, anche perché poi sa che è tutta roba sua da toccare. Chiamalo scemo, eh. 

3- Fare l'amore a base di Parmigiano Reggiano e Sangiovese

Le serate trascorse a casa che finiscono inevitabilmente con il fare l'amore, sono a base di Parmigiano Reggiano e Sangiovese, l'accoppiata vincente di cui ti puoi viziare anche a letto. Vuoi mettere noi piemontesi, con la nostra bagna càuda, a base di acciughe e aglio? Un alito che non solo ha la meglio sul Barolo o il Barbaresco che accompagnano la cena, ma che sconfigge anche solo la voglia di baciare il partner. 
A questo punto tanto vale optare per una tigella con speck e gorgonzola.

4- SS vs Z, della serie: una risata tira l'altra

Da linguista non sopporto l'uso sbagliato della lingua italiana. Riprendo anche mia mamma quando sbaglia i congiuntivi, correggo gli amici quando scrivono “qual'è” con l'apostrofo e non parlo mai dialetto, tranne in rari casi con mia nonna, perché obbligata. 

Però davanti alla pronuncia “grassie” dell'uomo romagnolo, mi arrendo. Non puoi dirgli niente, è un suono comunque piacevole da sentire e poi non c'è niente da fare, la Z proprio non la sa dire. E così dopo un po', complice anche il fatto che io ascolto Laura Pausini, mi son abituata a sentirmi chiamare “ragassa” e ad uscire la sera con i suoi amici per una “pissa”. E son passata sopra anche alla R uvulare (ho fatto una tesi di linguistica, sull'italiano son preparatissima) tipica di Parma, a mo' della R moscia, che poi così tanto fastidiosa non è. 

E quando mi scappa da ridere, lo faccio, e di gusto, perché un altro grande pregio dell'uomo emiliano è che ride sempre. E ti contagia. Con lui non è possibile rimanere arrabbiata per troppo tempo, c'è poco da fare. La Romagna è anche risate e spensieratezza, a differenza del Piemonte più nordico e freddo anche dal punto di vista delle relazioni. D'altronde si sa, noi piemontesi, siamo quelli falsi e cortesi”. 

5- “Romagna mia”, non solo canzone, ma anche elogio alla terra 

Ravenna, città che amo per il semplice fatto che ci è sepolto Dante, nel 2014 è stata votata come città italiana in cui si vive meglio. In più, l'Emilia Romagna è una terra che non si fa mancare nulla: il buon cibo, il buon vino, la buona musica paesana. Tutti conosciamo Romagna mia, canzone con cui ho vinto una gara di mazurka quando avevo 13-14 anni. Veniva- e viene tuttora- suonata al mio paese durante le sagre, e l'ho ballata fino allo sfinimento, con i ragazzi più grandi che ci provano per i bei vestiti da ballo liscio aderenti. 

Cosa mai successa invece con nessuno dei canti popolari piemontesi, che, w la sincerità, non conosco affatto. In 29 anni non credo di averne mai sentito nessuno, oops. 

La vita in Emilia è bella, piena di vita, e anche il mare è stato rivalutato, grazie proprio alla capacità dei romagnoli di voler far splendere tutte le loro ricchezze, mar Adriatico compreso. L'estate in riviera romagnola è da provare almeno una volta, dai, e Rimini è senza dubbio la meta più ambita della mia adolescenza, o almeno nel mio paese. Andare a Rimini o a Riccione era sinonimo di maturità, della prima vacanza con gli amici, con il fidanzato (di nascosto dalle famiglie). Quindi tornare a Rimini è come fare un tuffo nel passato, un tuffo che ne vale sicuramente la pena. E il pernottamento all'Hotel Bellevue è quello più consigliato, visto il modo in cui vi coccolano durante tutto il soggiorno. 

Insomma, lontani da questa regione non si può stare. E neanche dai suoi uomini. Trovatene uno e tenetevelo stretto. Poco importa se sia un capricorno e voi un gemelli. Sarà comunque una storia a base di “piadina, amore e tanta felicità”. Altro che “pane, amore e fantasia”...

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